Punta Veleno
Questa salita è considerata la salita più difficile in Italia e la quinta in tutta Europa. E’ lunga una decina di chilometri., sei dei quali, dal secondo all’ottavo, con una pendenza media del 14.6% e tratti al 18/20/22%, 12 tornanti che salgono senza respiro dal lago a 1200 metri. Tra le salite più ostiche in Italia, quella che porta al Passo del Telegrafo, sulla riva veneta del Lago di Garda, è stata soprannominata "Punta Veleno". La Punta deve il suo nome, dice la leggenda, ad un sopralluogo che vi compì negli anni '70 l'allora mitico patron del Giro d'Italia, Vincenzo Torriani: «Questa erta è sin troppo velenosa per essere inserita nella corsa rosa» e la salita rimase nel dimenticatoio sino ad oggi. Avrete capito che la Punta in questione di veleno in corpo ne ha fin che basta. L'erta assassina, una vecchia mulattiera asfaltata alla meglio che regala splendide visuali del Lago di Garda, è già stata la star del recente Giro del Trentino:
Sentite come la valuta uno che se ne intende, Gilberto Simoni, due Giri d'Italia in bacheca, strappati proprio dove la strada sale: «Questa Veleno è più dura dello Zoncolan. Non concede respiro servirà una moltiplica in stile mountain bike per salirvi». Anche Cunego guarda a Punta Veleno con dichiarato timore: "Sono andato a vederla: è davvero una salita micidiale. Ha ragione chi l'ha definita più severa dello Zoncolan".
Prima di affrontare Punta Veleno, la corsa costeggia il Lago di Garda offrendoci stupende vedute. Dopo la terribile salita di Punta Veleno si scende verso Prada e Zan Zeno circondati dall'intenso verde di prati e boschi. Torniamo a salire verso Lumini per poi scendere a Caprino Veronese. Affrontiamo poco dopo la salita verso Spiazzi e concludiamo la corsa in questa località famosa per il Santuario Madonna della Corona.
Il Santuario Madonna della Corona è una delle località più suggestive dell’alta Italia a mt. 774 sul mare, a strapiombo sulla valle dell’Adige. Viene detto “della Corona”, perché anticamente era chiamato “la Corona”, a motivo della corona dei monti che lo circondano. E’ costruito su un angusto spiazzo naturale che si trova in parte sporgente ed in parte incavato su di una parete di roccia cruda a picco, e che si drizza sull’abisso per circa 400 metri. Ai lati stanno due dossi di monti, che si sporgono per un buon tratto in avanti ora rocciosi, ora alberati, costituenti un’ imponente anfiteatro naturale. A mezzo di questa dirupa parete rocciosa si trova una chiesa che sembra aggrappata alla roccia come un nido d’aquila.
NOTA - L'anteprima mostrata da YouTube è compressa e non rappresenta la reale qualità del nostro video
The video is of good quality, although not as good throughout as the other BikeLab Videos I have bought. (But maybe it was my vision blurring on the brutal climb !!)
A ride of interesting sections, the lovely flat and scenic lake shore start, the relentless climb to amazing mountain pastures via a precipitous and exposed track. Enjoyable and interesting allowing the minor quality niggles and smoothing of a few elevation changes to be forgiven...