Tre Cime di Lavaredo
Le Tre Cime di Lavaredo sono tre delle cime più famose delle Alpi, nelle Dolomiti di Sesto. Sono considerate tra le meraviglie naturali più note nel mondo.
La salita finale, molto impegnativa, sale da Misurina (1760 m) al rifugio (2333 m) in circa 7 km. Il tratto finale scavalca in meno di 4 km un dislivello di 477 metri, per una pendenza media superiore al 12% e punte fino al 19%.
Attraversiamo Cortina e affrontiamo l'ostica salita del Passo Tre Croci, con un'andamento irregolare, lunga quasi 8 km, con dislivello di 550 metri, una pendenza media del 7% con punte del 9%.
La discesa ci porta al Lago di Misurina, con spettacolare vista dello specchio d'acqua incastonato tra le vette dolomitiche.
Il primo tratto indigesto si incontra subito dopo aver lasciato il lago, all’altezza del valico di Col S. Angelo, dove si imbocca il bivio per la strada privata che porta alle Tre Cime. Qui, senza preavviso di sorta, compare un tratto di salita secca e brutale, 800 metri che si superano faticosamente, soprattutto se affrontati a freddo.
La pendenza media è dell’11%, 18 la massima.
Dopo aver superato questa rampa tremenda ci si può riprendere, in attesa del resto, lungo un bel tratto in leggera discesa che porta al casello e prosegue ancora per qualche centinaio di metri, fino al ponte che segna il vero e proprio inizio della salita.
Da qui sono quattro chilometri di sofferenza pura, una pendenza media che sfiora pericolosamente il 12 %, rampe durissime che toccano il 18-19% nella parte finale. Non c’è un solo metro dove poter rifiatare.
La parte iniziale è quella più abbordabile, ma già al primo tornante la strada s’impenna in modo netto. Siamo di fronte a un rettilineo verticale, il primo di una lunga serie: la salita può essere raffigurata come una serie di lunghi tratti diritti, tutti dalla pendenza proibitiva, interrotti da tornanti ugualmente molto impegnativi e impossibili da arrotondare, nei quali è davvero molto difficile ricavarsi qualche momento di riposo.
È una salita molto impegnativa sempre, dove i rettilinei sembrano alzarsi progressivamente in un crescendo capace di mettere a dura prova anche i ciclisti più allenati, ma il culmine della difficoltà si tocca nella parte più alta, nel terzo chilometro.
Le pendenze qui sono intorno al 14-15% con brevi rampe al 18. La strada, sempre ampia, smorza la percezione visiva della pendenza ma accentua di molto lo sconforto per l’incedere lento e pesante.
Quando si è in vetta si ha la coscienza di aver compiuto un’impresa, di aver domato una delle salite più difficili di tutto il panorama internazionale. E, per quanto si possa essere esausti, la fatica si dimentica in fretta alzando lo sguardo: il cielo quassù è veramente vicino, e la mole delle Tre Cime sembra sfiorarlo.
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